domenica 20 aprile 2014

La palla è rotonda

Era sera, era tardi, era estate. Mi trovavo a Salerno, in piazza Malta, con altri amici. Ero giovane, frequentavo il liceo e mi piaceva il calcio. Quella sera avevamo tempo da perdere e un "Super Santos" per passare il tempo facendo "due passaggi" in allegria. Si parlava tra di noi del più e del meno, si facevano battute oscene e si rideva per nulla. Non c'era altra anima viva. Ad un certo punto il pallone sfuggì e andò a finire in mezzo alla strada. Un'auto si materializzò all'improvviso e ci passo sopra. Il mio amico Danilo guardo il pallone sconsolato e disse a tutti noi:"Ecco, adesso con quel pallone non possiamo più giocare!". Ma il Super Santos passò miracolosamente sotto la macchina e tornò indietro verso di noi. Il mio amico Pasquale lo riprese e lo fece vedere a Danilo:"Ma no, non si è bucato - disse - si è solo un po' ovalizzato!". E Danilo:" Appunto...". Per anni ho ripensato con ammirazione a quella risposta. Per un vero giocatore l'attrezzo è importante e un pallone ovalizzato non gli consentirebbe di esprimersi al meglio. 
Oggi non la penso più così. Oggi so che un vero giocatore si vede proprio quando l'attrezzo non è perfetto, quando il campo è irregolare e il fondo un insieme di buche e ciuffi d'erba. Il vero giocatore è quello che traccia traiettorie precise anche con un pallone da rugby, che stoppa la palla anche su una pietraia, che si adatta ai suoi compagni e ne esalta le capacità, anche quando sono delle vere schiappe. 
Come cambiano le prospettive a quarant'anni...


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