sabato 23 marzo 2013

Torre Angellara 4

A volte penso che alcuni campetti di periferia debbano essere tutelati alla stregua dei monumenti storici. Brutti, irregolari, spelacchiati, conservano un fascino irripetibile e, ripensandoci, quando le ruspe intervengono a cancellare la memoria, si prova un senso di perdita paragonabile a quello dei ragazzini di via Pal, il giorno in cui il deposito di legnami per cui avevano combattuto e vinto, e per il quale il soldato Nemecsek era morto, viene chiuso e venduto a un costruttore. Questo accade perché in questi luoghi le partite sono tutte epiche, mai banali, compreso il tragitto per arrivarci.
Il campo di Torre Angellara si trovava a fianco dell'ex Colonia S. Giuseppe e oggi, manco a farlo apposta, è un parcheggio. All'epoca c'erano ancora le Suore e il complesso era molto grande. Oggi al posto delle suore c'è la Guardia di Finanza. Il campetto era fronte mare, con due porte in legno che ne identificavano approssimativamente le dimensioni e l'orientamento, ma questo era tutto. Niente aree, niente righe laterali, niente di niente. Il fondo era un miscuglio di fango, pietre, terra, qualche ciuffetto spelacchiato d'erba e sabbia, sabbia di mare. E poi era in pendenza, nel senso che si inabissava verso il centro, al punto che superare il centrocampo e andare verso le porte voleva dire affrontare una pendenza di cinque gradi. Quando tirava vento di mare il pallone viveva di vita propria e non di rado finiva sulla spiaggia, con il pericolo che il mare se lo portasse via. La colonia era l'estremo limite di Salerno, appena oltre le colonne d'Ercole di Mercatello, con accanto la dicitura classica:"Hic sunt leones"....
Giocavamo la domenica mattina, d'inverno, con qualunque tempo, in qualunque condizione, sempre contro gli stessi avversari.
Su quel campetto ho giocato la prima partita con la mia classe del liceo, la IV D. Fu una sconfitta memorabile e ci mettemmo due anni esatti prima di vendicarla, due anni trascorsi perdendo partite su partite, domenica dopo domenica, senza mai scoraggiarci, da veri uomini....

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