martedì 15 aprile 2014

Il mio piede sinistro

Il talento è innato, il talento è pigrizia. Chi ha talento non lo allena, al massimo lo affina. Il talento compensa: sai fare talmente bene una cosa che ti chiedono di andare un campo per fare solo quella. Noi vecchi scarponi, abituati ai polverosi campetti di periferia, di talento siamo privi e non abbiamo alternativa, dobbiamo lavorare duro. Occorrerebbe trascorrere lunghe ore di noiosi allenamenti con la palla, ma non ne abbiamo il tempo, non è il nostro lavoro e toglierebbe gioia al nostro approccio alla partita. Come fare dunque? Il mio metodo è giocare ogni tanto una partita intera col sinistro. Mi spiego meglio. Come tutti i calciatori per diletto io ho un solo piede: il destro. Tiro, passo, stoppo la palla con il destro e il sinistro lo uso, come si dice in gergo, solo per salire sul tram. Ma quanta soddisfazione mi da quel raro passaggio, quel dribbling, quel tiro a rete di sinistro. Talvolta mi capita di fare una partita tra amici, di quelle senza particolare mordente, defaticanti, quelle in cui potresti giocare a memoria perché sai d'abitudine come giocheranno i tuoi soliti avversari. Ecco, è in queste partite che scelgo di giocare, talvolta, come se il mio piede preferito fosse il sinistro. Certo, sbaglio e magari faccio qualche figuraccia, ma ho notato che il mio piede sinistro "ricorda" sempre qualcosina di ciò che ha imparato e lo tira fuori d'istinto, quando meno te lo aspetti, come se avesse volontà propria, anche a distanza di tanto tempo. È capitato che una volta a S. Lucia mi stupisse alzando un pallone sotto la traversa con una finta leggera oppure che al Maria Rosa sulla litoranea effettuasse un preciso rilancio di controbalzo - al punto che il mio compagno di reparto mi chiese se fossi "sinistro" - oppure, ancora, quando capita che prenda l'iniziativa e si assuma il compito del passaggio largo a sinistra, morbido, elegante, come piace a me. Voglio bene al mio piede sinistro e sono fiero di lui quando ha di queste fiammate. Ma gli voglio bene anche quando sostiene il peso del corpo e consente al "fratello buono" di esibirsi, quando si sacrifica e duole, quando si pianta veloce, per evitare che la mia malandata caviglia destra si pieghi troppo e si spezzi. Dovrei giocare più spesso col sinistro, anche nella vita, usando quello che in me non funziona troppo bene. Dovrei allenare la mia poca pazienza e la mia scarsissima tolleranza e ridurre lo spazio che riservo al mio enorme ego destrorso. Dovrei far scendere in campo, almeno per un tempo, la chiarezza di idee, la capacità di pianificare, la costanza. Si perché sono queste le qualità che mi sorreggono quando mi incasino, quando sono in ritardo, quando procrastinare diventa una regola pericolosa, ma non sono la mia migliore qualità. Allora penso a cosa succederebbe se mi affidassi al mio "piede sinistro" con più frequenza o, semplicemente, con maggiore equilibrio. Forse capirei, finalmente, persino qual è la vera passione di Ciccio...

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